Alberto Venditti – Mostra personale
Cascina Roma – Centro delle Arti – Comune di San Donato Milanese
“Da Napoli a Milano:
il lungo viaggio nella luce e nel colore”
Opere 1975-2015
Inaugurazione: mercoledì 11 aprile alle ore 17,30
Durata della mostra: fino al 29 Aprile 2018
Presentazione di Giovanni Cerri
[…] La sua personalità e il suo carattere maturano in quegli anni un linguaggio che suggerisce temi e soggetti che appartengono ai “generi” della pittura d’ogni tempo, che si rinnovano di generazione in generazione. La natura morta, il ritratto, gli “interni”, la quotidianità riportata nel quadro. La pittura si appoggia a una composizione sempre ben disegnata e precisa, con una dettagliata rappresentazione di forme che focalizzano l’attenzione dello spettatore. Poi, intorno al soggetto principale, le campiture di colore più libere evocano spazi circostanti, luoghi aperti, oppure più segreti ambienti interiori.
Questa volontà di rappresentazione, alludendo non tanto casualmente al filosofo Arthur Schopenhauer, caratterizzerà poi tutto il percorso dell’artista, nelle sue pur avvenute evoluzioni durante gli anni. Soggetto e oggetto che dialogano in modo serrato, l’uno non può fare a meno dell’altro, questo vale in modo particolare per la ricerca di Venditti. Se osserviamo il suo cammino quarantennale – che in questa mostra viene riassunto in circa venti opere – la coerenza appare lampante nello scorrere in rassegna i quadri selezionati. L’autore parte sempre da una riflessione intorno a qualcosa: un volto (come nei ritratti alla moglie Lina, o nell’omaggio a un “maestro” come Vincent Van Gogh) o una scena della vita di tutti i giorni.
Tutto diviene pretesto per una traduzione in pittura. Lungo questo percorso come non scorgere il grande amore per gli eccelsi pittori della scuola partenopea? Venditti – come tutti gli artisti – ha i suoi padri spirituali, che si chiamano Massimo Stanzione, Luca Giordano, Francesco Solimena, o lo spagnolo Jusepe de Ribera che lavorò molto a Napoli. Giusto per citare alcuni punti di riferimento della cultura visiva del pittore, che nel suo trasferirsi a Milano porta comunque con sé tutto quell’immaginario e quel bagaglio culturale notevolissimo dell’arte campana, da quella più arcaica a quella più “moderna” degli ultimi quattro secoli a noi più vicini. In questo perpetuo ricordo delle origini e della cultura dalla quale proviene, linfa necessaria per dipingere cose profane o sacre, figure o paesaggi, Venditti manifesta la sua raffinata sensibilità e il costante impegno nella fedeltà al proprio essere.