Una situazione 9 testimonianze

Museo della Permanente

In genere parto sempre da una serie di studi che mi porteranno, anche secondo i buoni insegnamenti, all’elaborazione di un quadro, cercando di prevederne con coscienza artigianale lo sviluppo. C’è un momento però nel corso del lavoro che il quadro prende una sua diversa piega, si sviluppa cioè secondo una propria meccanica, diversa da quella che avevo immaginato; tale momento non previsto, io credo sia quello che ci porti più vicino alla realtà ed inoltre mi crea la curiosità e i problemi per una nuova tela bianca. In fondo la pittura è un’esplorazione; dal mio canto mi accorgo che la mia esplorazione avviene su di un terreno percorso da altri (quale presunzione sarebbe il contrario) e ciò è per me confortante perché non mi fa sentire solo.
Già da un po’ di anni, l’interesse per la realtà è coinciso per me, come era naturale, con la riscoperta della pittura; ma una pittura della realtà oggi può avere secondo me un pericolo, può portare, se condotta in modo ossessivo, all’allontanamento dalla stessa realtà. Spesso un colore si espande secondo una propria vita e allora bisogna assecondarlo.
La realtà, se approfondita, ha sempre una sua dimensione misteriosa. Personalmente penso che «l’impegno civile» dell’artista coincida innanzitutto con l’impegno della messa a punto da parte dell’artista nel modo più chiaro possibile dei termini del proprio linguaggio espressivo.
Al momento attuale cerco di ottenere in pittura un tessuto che mi deriva dal disegno.
L’estate scorsa ho rivisto a Napoli il «Sileno ebbro» di Ribera : un quadro di una forza straordinaria, era come se lo vedessi per la prima volta! Perché me ne sono accorto soltanto adesso?

1978
Alberto Venditti