Linguaggi in dialogo

Presentazione della mostra degli artisti di via Padova

“Non vi è niente di meglio
dei sogni per inventare il futuro”

Victor Hugo

Il linguaggio è il risultato che un artista conquista nella ricerca appassionata del suo lavoro; è la costruzione di una immagine che richiede l’arte e che ci dà una idea del mondo. Tale immagine nasce nell’artista da spinte espressive a volte inconsapevoli e misteriose, e come esperienze uniche e irripetibili dell’individuo alla fine si collocano dentro il tessuto della storia.

Gli “Artisti di via Padova” hanno sentito il bisogno di costituirsi in gruppo come una strategia necessaria interpretando così lo spirito del nostro tempo nelle diverse espressività che li colloca nel panorama moderno e contemporaneo “intrigati” e collegabili alle varie aree della ricerca che va dall’astrazione al concettuale, dall’oggettività alle figurazioni liriche, fantastiche o realistiche.

L’idea del gruppo fatto di artisti che stanno insieme nella loro diversità artistica mi ricorda il concetto del melograno, oggetto che storicamente appare spesso nella simbologia cristiana per i suoi vari significati, ma anche nel mondo delle idee e della ricerca contemporanea è molto significativo. I chicchi del frutto come rubini combaciano tra di loro comunicando i loro linguaggi, ma è necessario che essi siano tenuti insieme da una forma che li racchiuda e che è la forma che vuole comunicare a tutti il valore alto dell’arte nei suoi ormai svariati aspetti.

La presente esposizione alla Galleria Lazzaro ci dimostra una crescita graduale ma costante dei loro percorsi con opere sempre inedite e interessanti. È evidente che la coesione del gruppo come i chicchi del melograno ha prodotto almeno due risultati positivi; il primo è che i contatti all’interno di questo ha sviluppato una sinergia tra gli artisti, ma anche all’esterno e cioè col pubblico e la sua critica che ha sempre effetti stimolanti e salutari nel nostro lavoro.

La visibilità è un fattore vitale per l’arte e gli artisti; lo sanno bene i poteri forti dell’arte che la usano in modo dilagante per le loro strategie mercantili e purtroppo quando si occupano quasi tutti gli spazi ne rimangono pochi per gli altri.

I nostri artisti presenti in questa mostra si esprimono quasi tutti con i mezzi specifici della pittura e della scultura, ma è anche interessante che molti artisti oggi sentano il bisogno di esprimersi attraverso i gesti primari del fare arte con la materia: le tele, i colori che trasmettono l’impronta fisica e visiva della nostra individualità.

La critica, stupita, è la prima ad accorgersi dei segnali di vitalità che in questi ultimi tempi ci dimostrano che la pittura non è morta è stata solo accantonata o mortificata dal linguaggio delle installazioni che sono diventate ormai “Arte ufficiale”. Molti artisti giovani oggi hanno scelto di dipingere utilizzando il mezzo tradizionale reinventato in modo nuovo. Gli artisti di via Padova sono accomunati da questi segnali di ripresa con vitalità e modernità rispetto alle altre forme d’arte attuali. È possibile che una tela di piccole dimensioni riesca a dire più cose ed emozioni rispetto ad una grande installazione che va realizzata da ditte specializzate. Evidentemente il territorio della pittura e della scultura con tutte le sue sfaccettature non ha finito di essere esplorato perché ancora inesplorati gli spazi profondi dell’uomo con le sue risorse e i suoi misteri.

In una delle simpatiche cene invitato dagli artisti nello studio del pittore Lux; un grande locale oblungo come la stiva di una nave, una pittrice ha detto “il nostro è un viaggio” ma certo, l’arte è un viaggio verticale dentro di noi e, come tutti i viaggi ci riserva sempre degli imprevisti e delle sorprese e, a volte qualche incidente “salutare” perché può svelarci uno spazio o un percorso diverso da quello previsto. Bisogna solo stare attenti a non prendere troppo sul serio i suggerimenti stampati sul Dépliant.

Auguri di buon lavoro ai bravi “Artisti di via Padova”.

Alberto Venditti
Agosto 2016