La Casa Museo Sartori di Castel d’Ario (Mantova) in via XX Settembre 11/13/15, dal 30 Aprile al 28 Maggio 2017 presenta la rassegna:

L’Arlecchino Tristano Martinelli – La Commedia dell’Arte nell’Arte Contemporanea”.

I due momenti di Arlecchino 2017 – olio su tela cm.80×80

Sede: Casa Museo Sartori
Luogo: Castel d’Ario (Mn), via XX Settembre, 11/13/15
Inaugurazione: Domenica 30 Aprile, ore 11.00
Durata della mostra: 30 Aprile- 28 Maggio 2017

Orario: Sabato 15.30-19.00 – Domenica 10.30-12.30 / 15.30-19.00.
Ingresso gratuito.

La mostra, che nasce da un’idea e progetto di Adalberto Sartori, gode dei patrocini di Regione Lombardia, Provincia di Mantova, Comune di Castel d’Ario, Comune di Bigarello e San Giorgio, Comune di Mantova, Accademia Teatrale Campogalliani Mantova, Ecomuseo della risaia, dei fiumi, del paesaggio rurale mantovano, Pro Loco di Castel d’Ario.

La mostra “l’Arlecchino Tristano Martinelli – la Commedia dell’Arte nell’Arte Contemporanea” si inaugura Domenica 30 Aprile alle ore 11.00, con interventi di Arianna Sartori curatrice della mostra e del catalogo, Daniela Castro Sindaco di Castel d’Ario, Barbara Chilesi Sindaco di Bigarello, Mattia Palazzi Sindaco di Mantova, Beniamino Morselli Presidente Provincia di Mantova e Maria Gabriella Savoia ‘Casa Museo Sartori’ e autrice del testo critico pubblicato nel catalogo, e alla presenza degli artisti che sono stati invitati dalla curatrice Arianna Sartori a presentare un’opera in questa rassegna.

Alle ore 11.30, Diego Fusari attore della Accademia Teatrale Campogalliani di Mantova, interpreterà brani di Tristano Martinelli e dai canovacci della Commedia dell’Arte.

In mostra si possono ammirare 58 opere, tra dipinti e sculture, realizzate da:
Baldassin Cesare, Baratella Paolo, Bedeschi Nevio, Bellomi Federico, Benedetti Laura, Benghi Claudio, Bianco Lino, Bobò Antonio, Bonafini Annalisa, Bongini Alberto, Budini Gianfranco, Calabrò Vico, Calvi Cesare, Capraro Sabina, Castagna Angelo, Castaldi Domenico, Cattaneo Claudio, Crestani Cristina, De Micheli Gioxe, Desiderati Luigi, Dugo Franco, Dulbecco Gian Paolo, Faccioli Giovanni, Falco Marina, Ferraris Giancarlo, Fioravanti Ilario, Fonsati Rodolfo, Galante Sabino, Galbiati Barbara, Grilanda Alberta, Guala Imer, Lavagna Silvana, Lo Presti Giovanni, Luchini Riccardo, Macaluso Marisa, Masserini Patrizia, Merik Milanese Eugenio Enrico, Molinari Mauro, Nastasio Alessandro, Nigiani Impero, Pantaleoni Ideo, Pedroli Gigi, Pilon Valerio, Poggiali Berlinghieri Giampiero, Previtali Carlo, Rossato Kiara, Sandrone Manuela, Santoli Leonardo, Scotto Aniello, Sironi Fabio, Soravia Sandro, Staccioli Paolo, Terreni Elio, Timoncini Luigi, Venditti Alberto, Vigliaturo Silvio, Zoli Carlo, Zucchellini Maurizio.

ARLECCHINO. Centoventi mani per spiegare un personaggio

Lo scorso 7 aprile cadeva l’anniversario dei 460anni della nascita di Tristano Martinelli, e proprio in concomitanza con questa data abbiamo voluto realizzare una rassegna che celebrasse l’incontro tra l’Arte Contemporanea e il suggestivo mondo della Commedia dell’Arte italiana. Un incontro artistico e culturale, grazie al quale entrambe le grandi espressioni di tanto talento nazionale si possono illustrare ed essere illustrate nello stesso momento.

Così con la volontà di rendere omaggio al grande “Arlecchino – Tristano Martinelli”, grazie alla collaborazione e alla disponibilità di sessanta valenti artisti nazionali, abbiamo realizzato questa originale e suggestiva rassegna di arte contemporanea che comprende dipinti, tecniche miste, sculture e ceramiche.

La scelta, su invito, degli artisti partecipanti, mette in evidenza la ricerca colta e attenta del curatore della mostra che oggi, alcuni mesi dopo aver assegnato “l’Arlecchino Tristano Martinelli – la Commedia dell’Arte nell’Arte Contemporanea” per un tema così intrigante, ha potuto ricevere le opere di grande suggestione realizzate dagli artisti che mettono in evidenza l’alto valore artistico espressivo concretizzato.

Le opere oggi esposte raffigurano oltre ad Arlecchino altre maschere italiane, scene teatrali della Commedia dell’Arte, realizzate grazie ad una interpretazione personale ed intuitiva, che esplora aspetti e situazioni veramente originali; dato il tema, tutte le opere si collegano una all’altra e la loro osservazione risponde ad una sensazione unica, di piacere, di cultura e di bellezza.

Tristano Martinelli nasce da Francesco e da Lucia il 7 aprile 1557 a Marcaria, nella campagna mantovana. Trascorre la gioventù seguendo il fratello Drusiano, alternando parti di acrobata e di attore nelle parti comiche, in giro per le piazze europee. Con lui e la cognata, fa nascere alla fine del XVI secolo, una compagnia teatrale, che ottiene riconoscimenti e protezione da parte del duca di Mantova Vincenzo I Gonzaga. Nel 1584 – 85 recita in Francia, interpretando in modo esclusivo il ruolo di Arlecchino, sceglie il nome dalla tradizione popolare francese adattando il suo personaggio al gusto del pubblico parigino e, all’originaria casacca grigia degli zanni, sostituisce una veste aderente a cui aggiunge qua e là pezze di vari colori. Un’ulteriore modifica alla figura dello zanni è l’uso del dialetto mantovano arricchito con parole latine, francesi, spagnole, imparate durante la sua carriera. Con questo personaggio è promosso Re dei Diavoli. Si sposa con Cassandra Guantari. Nel 1598 decide di rientrare a Mantova, al servizio del duca Vincenzo I Gonzaga. Nominato capocomico in occasione delle nozze di Maria de’ Medici ed Enrico IV di Francia, pubblica uno scherzoso volume intitolato ‘Composition de Réthorique’. Dato che il suo personaggio, a metà fra l’attore e il buffone di corte, supera in quanto a celebrità, tutti gli altri comici della compagnia, è nominato massaro dei comici, artisti e venditori ambulanti con il compito di riscuotere le tasse sugli spettacoli, carica che diventa ereditaria dopo la sua morte. Vedovo, a cinquantadue anni si sposa con la ventenne veronese Paola Avanzi che negli anni gli darà ben sette figli: Francesco, tenuto a battesimo dal principe di Mantova con la consorte Margherita di Savoia. Da questo momento il Martinelli inizia la sua strategia del comparaggio, con la quale riesce a legare a sé i maggiori principi italiani ed europei, ai quali offre di far da padrino ai suoi figli, definiti con ironia «gattesini», che poi vengono accolti a corte. La parentela con i potenti del tempo serve a confermare la sua presenza nelle corti e a compensare le doti tecniche recitative, soprattutto quelle acrobatiche, che iniziano ad essere minacciate dall’età. Nel gennaio 1618, da Alessandro Gonzaga di Novellara, compra un mulino situato nel comune di Bigarello, su cui appone una lapide descrittiva della sua arte, conservata ora nel Museo della città di palazzo San Sebastiano a Mantova, sulla quale si fa raffigurare come Arlecchino che, legato da una grossa catena alla sua proprietà, scaccia per sé e per la sua famiglia i tormenti della fame. Martinelli quindi vive a Mantova, prima nel quartiere di Pradella e quindi nella contrada del Mastino diventato poi quartiere di San Leonardo, fino alla morte sopraggiunta nel 1630. (…)

Maria Gabriella Savoia